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  • Immagine del redattoreIlaria@JourneyBox

COSA VEDERE VICINO A MILANO: IL VILLAGGIO OPERAIO DI CRESPI D'ADDA E LA CENTRALE TACCANI

C'è un luogo in Lombardia dove il tempo sembra essersi fermato: il villaggio operaio di Crespi d'Adda.


Nato come una piccola città ideale per gli operai del Cotonificio, il villaggio operaio di Crespi d'Adda è ancora oggi abitato ed è una interessante meta per una gita fuori porta in Lombardia, a circa mezz'ora da Milano.


LA STORIA


Situato nel comune di Capriate San Gervasio, questo villaggio è stato ideato dall'imprenditore Cristoforo Benigno Crespi che, nel 1877, acquistò i terreni per fondare un cotonificio sulle rive del fiume Adda.


Come anticipato, il progetto di Crespi non era però soltanto quello di avviare una attività industriale. Attorno allo stabilimento, la famiglia Crespi volle infatti creare un vero e proprio villaggio per gli operai e le loro famiglie, prendendo spunto da alcune realtà simili già sorte in Inghilterra.


Il progetto ha avuto talmente successo che il villaggio è ancora oggi abitato ed è stato inserito nel patrimonio dell'Unesco nel 1995.


Diversa sorte ha avuto invece il cotonificio che, dopo un periodo di splendore, ha incontrato diverse fasi di crisi, cambiando proprietà e chiudendo i battenti nel 2003.


LA CITTA IDEALE CREATA DALLA FAMIGLIA CRESPI


La famiglia Crespi pensò ad ogni aspetto della vita degli operai e infatti nel villaggio troverete la scuola (oggi è il Centro di accoglienza dei Turisti), la chiesa, il lavatoio, il dopolavoro..


I primi edifici che incontrerete sono i palazzotti, 3 edifici a 3 piani, con circa 40 alloggi ciascuno, che sono stati i primi edifici ad essere realizzati e che sono tutt'oggi edifici plurifamiliari.


Gli edifici ricordano le caserme e sono state, in seguito, abbandonate come modello abitativo per diverse ragioni:

  • l'eccesiva vicinanza tra le famiglie che poteva far nascere malumori;

  • i rumori che avrebbe potuto interrompere la quiete;

  • il confronto con l'estetica delle città industriali inglesi, costruite sul modello della casa unifamiliare

(Fronte: Silvio Crespi, "Dei mezzi di prevenire gli infortuni e di garantire la vita e la salute degli operai nell'industria del cotone in italia", U. Hoepli, Milano 1894). ).


Prima di proseguire la visita, fate un salto al Visitor Centre per vedere un interessante filmato che vi spiegherà la storia del villaggio e se volete aggregarvi alle visite guidate previste per il fine settimana: https://visitcrespi.it/visitare-crespi


Il simbolo del villaggio Crespi sono senz'altro le villette degli operai monocromatiche e monofamiliari. Ognuna ha il proprio giardino, un tempo adibito ad orto.



Passeggiate nei viali alberati per cercare poi le ville degli impiegati e capireparto, sempre monocromatiche ma con elementi decorativi e architettonici più elaborati e complessi delle ville monofamiliari.


Infine, non perdetevi le ville dei dirigenti, che sono gli edifici più eccentrici, realizzati con gli stessi materiali, ma tutte diverse fra loro.


All'incrocio tra via Vittorio Emanuele e via Manzoni, trovate l'ingresso al cotonificio, con gli imponenti cancelli di ferro battuto che tutte le mattine si aprivano davanti alla folla di operai e che sembrano ancora potersi aprire da un momento all'altro.


Proseguire lungo il viale suggestivo alberato, delimitato a destra proprio dai capannoni del cotonificio, le cui forme sembrano ripetersi all'infinito.


Arriverete nella parte più boscosa del viaggio e troverete il cimitero della famiglia Crespi, caratterizzato da una originale piramide.



Tornate verso l'ingresso del villaggio e noterete sulla collina le abitazioni del parroco e del medico. Le due case sono infatti le uniche a godere di questa posizione privilegiata che domina tutto il villaggio.


Vale la pena salire proprio su quell'altura e ammirare il villaggio dall'alto: https://goo.gl/maps/XCMrxTTV3BskCmgb8



Infine potrete vedere alle spalle dei palazzotti, almeno da fuori, la villa padronale della famiglia Crespi, una sorta di castello dall'aspetto un po' misterioso e sinistro.


Si può ancora visitare la centrale idroelettrica, lungo il fiume Adda che, dal 1906, insieme alla Centrale Idroelettrica Taccani di Trezzo d'Adda (di cui parleremo tra poco) forniva energia elettrica al cotonificio.


LA FORMA OTTAGONALE: CRESPI D'ADDA ERA DAVVERO LA CITTA' IDEALE


Se siete degli osservatori attenti, noterete che molti edifici del villaggio sono decorati con forme ottagonali. Ad esempio, le potrete notare sui cancelli d'ingresso, sui capannoni del cotonificio..


Come mai l'ottagono ritorna spesso?


Probabilmente l’architetto modernista Ernesto Pirovano, che ha realizzato il progetto del villaggio, ha voluto richiamare il concetto di Città Ideale (Sforzinda) del Filarete, che presenta appunto una pianta ottagonale.


COME ARRIVARE


Al villaggio si arriva a piedi, perché l'accesso in auto è consentito solo ai residenti. Potrete parcheggiare lungo in via Crespi e proseguire a piedi.

 

LA CENTRALE IDROELETTRICA TACCANI DI TREZZO D'ADDA


Se avanzate ancora un po' di tempo, potreste far tappa anche alla Centrale Idroelettrica Taccani, situata a Trezzo d'Adda.


L'edificio, in stile liberty realizzato in pietra locale (ceppo d'Adda), è situato sulle sponde del fiume in una cornice naturale davvero meravigliosa.


Oltre alla visita della centrale, vi consigliamo di fare una bella passeggiata lungo le rive del fiume.


Anche questo progetto è stato ideato da Cristoforo Benigno Crespi, con l'intento di fornire energia al cotonificio realizzando un impianto ben inserito nel contesto naturale.


La Centrale Taccani e, sullo sfondo, ciò che resta del Castello Visconteo

La realizzazione fu affidata a Gaetano Moretti, mentre il direttore tecnico fu Adolfo Covi, aiutato da Alessandro Taccani e Oreste Simonatti.


La centrale è ancora oggi in funzione ed è di proprietà dell'Enel.


Le visite alla Centrale sono organizzate dalla Proloco di Trezzo d'Adda: http://prolocotrezzo.com/website/

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