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INTERVISTA A SARA IZZI, COFOUNDER DI THE LOST AVOCADO
Aggiornamento: 11 ott 2021
Oggi intervistiamo Sara Izzi, ideatrice con Timur Tugalev del progetto The Lost Avocado, un magazine digitale dedicato ai viaggi e lifestyle, fondato nel 2014.
The Lost Avocado è infatti un punto di riferimento per i viaggiatori grazie ai suoi articoli approfonditi e alle sue fotografie emozionanti. Tra i tanti riconoscimenti, Sara e Timur hanno vinto il National Geographic Award nel 2017, con il video Lost in Kyrgyzstan, e nel 2018 con il video Lost in Cuba.
Le guide di viaggio di The Lost Avocado sono per noi una fonte di ispirazione e, proprio perché apprezziamo il loro approccio e lavoro, abbiamo pensato di intervistare Sara Izzi, incentrando le nostre domande sul significato dei viaggi.
Il 2020 è stato un anno di rinunce per molti viaggiatori, ma crediamo che allo stesso tempo possa rappresentare anche un'opportunità per riflettere su come viaggiamo.
Ciao Sara, che cosa significa per te il progetto The Lost Avocado e che emozioni ti suscita in più rispetto al lavoro che svolgevi in precedenza?
The Lost Avocado nasce per dare spazio ai racconti dei miei viaggi in giro per il mondo assieme a Timur, l'altra metà creativa di questo progetto.
Abbiamo iniziato nel 2014 (dopo che io avevo avuto un blog per anni, di Lifestyle e pensieri sparsi), e a un certo punto è cresciuto così tanto che non avremmo potuto occuparcene più solo nel tempo libero.
Lasciare il mio lavoro d'ufficio non è stata una decisione che ho preso a cuor leggero, ma sapere di aver costruito qualcosa di importante e di potermici dedicare a tempo pieno, mi ha dato coraggio, oltre che a farmi sentire orgogliosa del percorso.
L'emozione in più bella di lavorare per il tuo progetto è che si può essere completamente liberi di dire di sì e di no, quando si conviene, gestire ogni aspetto, dalla parte commerciale a quella più creativa, in autonomia completa e, infine, di godere di ogni successo, come fosse una piccola conquista.
Tu e Timur avete scelto il nome The Lost Avocado perché in viaggio amate perdervi: ci spieghi meglio che cosa significa per voi?
Sì, esatto! Cercavamo un nome che evocasse qualcosa di esotico (l'avocado ai quei tempi lo era, adesso è abbastanza comune), con l'idea di doversi perdere, per poter davvero conoscere un posto e apprezzarne anche il più semplice angolo nascosto.
E poi, The Lost Avocado è uno nome difficile da dimenticare; cosa importantissima in questo mestiere.
Sappiamo che è difficile scegliere e che tu senti di appartenere a tutti i posti che visiti.. ma qual è il viaggio che ti ha emozionato di più?
Uh! Impossibile sceglierne uno solo. Direi che il Kyrgyzstan è stata un'avventura straordinaria e spericolata, che ci ha dato l'opportunità di realizzare il nostro primo grande "Lost in" (poi vincitore del National Geographic Award in UK, nel 2017), ma resto comunque tanto legata anche al viaggio in Russia, e in particolare alle settimane passate a San Pietroburgo, dove Timur mi ha chiesto di sposarlo lungo il Neva. Una città bellissima, che spero di tornare a visitare presto!
Quali sono gli insegnamenti più importanti che hai imparato in viaggio?
Il viaggio rende umili. Ci proietta in una situazione di difetto, perché in un posto nuovo siamo "forestieri", manchiamo di appartenenza e familiarità, non siamo a casa e non è detto che siamo ben accolti. Una condizione non di svantaggio, però, ma di opportunità, perché in viaggio ci si apre, ci si fa curiosi, e si impara tanto.
In viaggio ho imparato che io sono troppo piccola, e che il mondo è vastissimo.
Viaggiando si può entrare in contatto con culture molto diverse dalla nostra: in base alla tua esperienza è sempre possibile trovare un punto in comune con popoli molto diversi da noi?
Sono una romantica, oltre che una tenace ottimista. Credo che ci sia sempre quel momento del viaggio (anche nel posto più remoto della Terra) in cui un sorriso riesca a spezzare mille barriere.
A me è sempre successo, voglio credere che sia davvero possibile sempre.
Parliamo di viaggi e impatto sull'ambiente: visto l'esponenziale aumento del turismo negli ultimi anni, quali valutazioni dovremmo fare prima di partire e mentre viaggiamo per evitare conseguenze negative?
La cosa più importante è informarsi prima di viaggiare e capire in che modo poter contribuire a mantenere intatta la bellezza e la naturalezza del luogo che si andrà a visitare. Mi viene sempre in mente l'esempio delle isole come Lanzarote, dove l'acqua è un bene da non sprecare.
Anche cercare di prendere meno aerei all'anno, preferire la bici al taxi o al bus, per spostarsi nelle città che si visitano, sono piccole cose che possono fare moltissimo.
Oltre ai viaggi, la tua grande passione è la lettura. Quali sono i libri che ti hanno fatto viaggiare con la mente?
Domanda sulla quale potrei stare per giorni.
Non ho un autore preferito, perché ne amo molti, ma tra i libri che mi hanno fatto viaggiare in mondi diversi e fantasticare moltissimo ci sono l'Iliade e l'Odissea; le terzine Dantesche; le Albe Provenzali; "Il Maestro e Margherita" di Bulgakov; tutti i romanzi di Joseph Roth e dei fratelli Singer, tra vicende mitteleuropee e chimere nordamericane; le poesie di Wisława Szymborska; i testi di Pavese, Fenoglio, Landolfi e Sciascia...
E poi ne ho scritto anche uno io, di libro che invita a viaggiare. Si chiama "Finalmente Weekend" (edito da Rizzoli) e raccoglie 52 guide di viaggio in Italia e Europa, una per ogni settimana dell'anno. L'ispirazione c'è, speriamo si possa presto tornare tutti a viaggiare!
Il viaggio è anche fotografia. Sui social ne siamo davvero invasi, ma oggi che cosa ti colpisce veramente di una fotografia?
L'autenticità. Uno sguardo luminoso, una mano in una posa elegante, la luce che taglia la composizione, la composizione da sola, l'intento.
Odio i ritocchi, i filtri invasivi dalle colorazioni iper sature, i collage fatti male, le immagini troppo editate. La bellezza sta nella semplicità.
Grazie infinte Sara per il tempo che ci hai dedicato e per i tuoi spunti di riflessione davvero preziosi!